sabato 5 aprile 2014

IGIENE E COMFORT AMBIENTALE

IGIENE E COMFORT AMBIENTALE
Le principali caratteristiche dell’ambiente
L’ambiente è tutto ciò che ci circonda, il luogo in cui si sviluppa la vita. In esso tutti gli organismi sono legati ad una catena che condiziona l’esistenza dell’uno a quella dell’altro.
L’uomo ha saputo convivere con l’ambiente quasi dovunque e molto spesso lo ha trasformato ricercando nuove possibilità di vita e sviluppo. L’uomo ha agito sull’ambiente migliorando il suo stato di salute. Oggi più di ieri la maggior parte delle nostre giornate viene passata in ambienti chiusi o confinati. Per gli ambienti confinati è possibile individuare caratteristiche di sicurezza e salubrità.
La sicurezza di un ambiente è rappresentata da caratteristiche strutturali tali da ridurre al minimo la possibilità di incidenti. Sono essenziali:
-          L’idoneità degli impianti elettrici
-          Il buon funzionamento degli impianti di riscaldamento
-          L’assenza di barriere architettoniche o pericoli
Ogni ambiente differisce per i rischi presenti in relazione alle attività che vi si svolgono ed alla particolarità delle persone che vi si trovano ( es.anziano a domicilio, in ospedale, in RSA).
La salubrità,ossia il benessere e la salute delle persone in un ambiente confinato dipendono da:
-          Il controllo del microclima
-          Il contenimento del rischio infettivo

Il Microclima
Viene definito come il clima in un ambiente confinato ed è l’insieme di più fattori:
-          Temperatura
-          Umidità
-          Ventilazione
-          Illuminazione
Temperatura: la temperatura esterna influisce sul mantenimento di quella corporea e quindi alla possibilità delle persone di svolgere le loro attività in una condizione di benessere. I valori medi generalmente oscillano intorno ai 18-24° C, ma è necessario precisare che la temperatura deve essere regolata in relazione a fattori quali il tipo di lavoro che si svolge in quell’ambiente, lo stato di riposo o di attività delle persone, il loro stato di salute.

Umidità: se la temperatura è ottimale, l’organismo tollera valori di umidità molto variabili ( dal 30 al 70%). L’aria eccessivamente secca tende a disidratare le mucose della bocca e delle vie respiratorie, mentre un eccesso di umidità impedisce la traspirazione e la dispersione del calore dal corpo umano.
Ventilazione: con questo termine si indicano il movimento e il ricambio dell’aria nell’ambiente chiuso. Il movimento dell’aria provoca una maggiore dispersione di calore e apporta una sensazione di freschezza che permette di sopportare le temperature più elevate. Da un punto di vista igienico l’aspetto essenziale è rappresentato da un effettivo ricambio d’aria fra l’ambiente confinato e l’esterno. Il ricambio di aria garantisce l’ingresso di aria fresca, ricca di ossigeno, diminuisce la polvere e diluisce i microrganismi presenti nell’aria, può ottenere inoltre un effetto di riequilibrio dell’umidità e della temperatura.
Illuminazione: una adeguata illuminazione ha un effetto diretto sul funzionamento dell’occhio. Una luce troppo bassa provoca affaticamento della vista, difficoltà di concentrazione. La luce artificiale deve essere correttamente orientata, uniformemente distribuita e non deve produrre effetti di abbagliamento.
Le cause di inquinamento dell’aria in ambiente confinato
L’aria di un ambiente chiuso in cui soggiornano più persone diviene in breve tempo viziata. Ogni individuo modifica l’ambiente con la sua presenza, con la respirazione sottrae ossigeno ed emette anidride carbonica e vapore acqueo, tutto il corpo umano emana calore e attraverso la pelle, produce sudore e sostanze grasse. L’aria diviene calda e umida e può presentare odori sgradevoli. Per questi motivi che entra nella stanza dall’esterno può facilmente avvertire la necessità di un ricambio dell’aria. Anche la presenza di persone e/o animali nella stanza aumenta il numero di microrganismi nell’ambiente. I microrganismi si depositano sulle superfici, si mescolano con la polvere e se questa viene sollevata, rimangono sospesi nell’aria, aumentando la possibilità di trasmissione delle infezioni da una persona all’altra.
Principi e interventi di igiene ambientale
Il rischio infettivo
Viene definito come la probabilità delle persone presenti  in un ambiente di subire un evento dannoso per la salute causato da microrganismi. I microrganismi sono esseri viventi formati da una sola cellula visibili soltanto al microscopio. Ne esistono di diversi tipi: batteri, virus, funghi, essi trovano condizioni favorevoli sui tessuti viventi e nell’ambiente, in presenza di umidità, temperatura adeguata ( 30-40°) e di materiale organico  da cui traggono le sostanze nutritive essenziali per la sopravvivenza e la riproduzione, condizioni sfavorevoli sono invece le basse temperature e quelle molto elevate, gli ambienti asciutti e l’esposizione alla luce solare per l’effetto disinfettante dai raggi ultravioletti. Il pericolo per la salute dell’uomo è rappresentato da microrganismi detti patogeni , che hanno la capacità di causare un danno all’ospite che si manifesta con uno stato di malattia. E’ necessario tener presente che in alcuni soggetti, le cui difese naturali sono ridotte (anziani, bambini, soggetti con patologie debilitanti) o sottoposti ad interventi chirurgici con una lesione della cute, possono diventare pericolosi anche microrganismi generalmente innocui.
Infezione: quando i microrganismi penetrano nel corpo umano e provocano una reazione di difesa, senza dare sintomi di malattia si parla di infezione Malattia: quando i microrganismi vincono le difese dell’ospite, si riproducano al suo interno ed esercitano un danno, siamo di fronte ad una malattia infettiva.

DEFINIZIONE DI IGIENE AMBIENTALE
Ogni struttura sanitaria  ha come scopo fondamentale il compito di accogliere individui il cui stato di salute è compromesso. L’obiettivo primario dell’igiene ambientale è ridurre il rischio di trasmissione di agenti patogeni dall’ambiente all’uomo attraverso vie di trasmissione dirette ed indirette. Per raggiungere tale obiettivo, l’operatore addetto all’assistenza di base, è chiamato a partecipare a diversi interventi preventivi che sono di competenza propria, quali:
-          Sanificazione e disinfezione ambientale
-          Decontaminazione e pulizia di attrezzature, strumentari e presidi usati per l’assistenza
-          Il trasporto e lo stoccaggio dei materiali sterili
-          Il confezionamento dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo
Principi generali su cui si basa la sanificazione
Come già detto i microrganismi si depositano nell’ambiente dove rimangono inglobati nella polvere e nello sporco; inoltre se vi è la presenza di umidità e/o di materiale organico (residui alimentari, tracce di sangue, secrezioni ecc..) essi trovano le condizioni ideali per moltiplicarsi, aumentando il rischio di infezioni.
La sanificazione consiste nella rimozione meccanica del materiale organico e della sporcizia dagli oggetti e non ha lo scopo di uccidere i microrganismi, ma di rimuoverli diminuendone la concentrazione. La rimozione dello sporco avviene con l’impiego di acqua e detergente. La pulizia se svolta con una  metodologia e principi adeguati è in grado quindi una volta ben pulite e asciutte le superfici trattate, trattate, è in grado da sola di ridurre il rischio di infezione e di assicurare un livello igienico atto a tutelare la salute delle persone. Considerando che la pulizia assume un’importanza fondamentale nella prevenzione delle infezioni è di fondamentale importanza che l’operatore impegnato nell’erogazione di attività alberghiere e di supporto alla persona conosca e adotti in maniera rigorosa le tecniche della sanificazione
La rimozione dello sporco dalle superfici si ottiene con l’intervento dei seguenti fattori:
§  Acqua
§  Detergente
§  Azione meccanica
§  Tempo
Ricordare bene che il vero nemico della pulizia è la polvere , la quale deriva da molte fonti di cui le  principali in ambiente sanitario sono riconducibili all’utilizzo costante di grandi quantità di biancheria e delle attività lavorative. Altre fonti di polvere possono essere elementi inquinamenti portati dalle scarpe dei visitatori e degli operatori. La polvere si deposita su tutte le superfici e viene veicolata dalla ventilazione e dalle mani. L’intervento di spolveratura è l’unico che permette una corretta rimozione della polvere.

I principi generali della sanificazione  
Effettuare sempre le tre fasi della sanificazione nel seguente ordine.
1.    Spolveratura/scopatura ad umido
2.    lavaggio
3.    risciacquo
Non alzare la polvere
Separare le attrezzature e i materiali di pulizia puliti e rinnovarli appena sporchi
Mantenere sempre pulite le soluzioni detergenti
Conservare tutte le attrezzature e i materiali per la sanificazione puliti e asciutti
Attrezzature per la sanificazione
L’utilizzo di attrezzature adeguate permette di ottenere una sanificazione efficace, ridurre i rischi da postura, spostamento e sollevamento a carico dell’apparato muscolo-scheletrico dell’operatore, ridurre i tempi.
Le principali attrezzature ed i sistemi più usati sono:
Carrelli: l’uso di carrelli, predisposti per trasportare tutto il materiale occorrente per la sanificazione, è importante per ridurre la fatica dell’operatore e per rendere più razionale il lavoro, evitando inutili perdite di tempo.
Scope e spazzoloni tradizionali: devono essere costruiti con materiali che ne permettano il lavaggio frequente e una asciugatura veloce, i manici devono essere di lunghezza sufficiente per permettere all’operatore di lavorare in posizione eretta.
Scope a frange: sono composte da un manico e da un supporto su cui viene posta una frangia di cotone trattata in modo tale che attiri la polvere.
Sistema Tasky e/o sistema Mop
Attrezzature meccaniche: permettono un risparmio di fatica e tempo, le più usate sono le macchine lavapavimenti utilizzate per la sanificazione di corridoi e ampi spazi esterni o per la sanificazione straordinaria a fondo. Sono dotate di dischi o spazzole circolari rotanti, di serbatoi per la soluzione detergente e possono essere utilizzate per la rimozione della polvere, il lavaggio a fondo per rimuovere lo sporco depositato in profondità, il lavaggio quotidiano di spazi molto ampi.
I detergenti
La sanificazione si basa sull’uso di detergenti che hanno la proprietà di sciogliere e staccare lo sporco. I detergenti devono essere utilizzati nella dose indicata sull’etichetta, non devono essere mescolati tra loro e assolutamente non devono essere mescolati con i disinfettanti. Devono essere conservati nelle proprie confezioni evitando stravasi e manovre che possono determinare la contaminazione. Devono essere conservati in un armadio chiuso, adibito a contenere attrezzature e materiali per la sanificazione.
Esistono numerosi detergenti per scopi e materiali diversi:
-          detergenti per superfici dure
-          creme o polveri abrasive
-          anticalcare
-          detergenti disinfettanti, ovvero prodotto con cui si ottiene la pulizia e la disinfezione con un solo passaggio
Le attività di sanificazione si suddividono in giornaliere e periodiche pianificate secondo protocolli e  procedure.

La disinfezione
Consiste nella distruzione della maggior parte dei germi patogeni presenti su un oggetto o su uno strumento , escluso le spore. Si attua con prodotti chimici  liquidi , i disinfettanti e deve essere effettuata solo nei casi in cui è veramente richiesta; infatti un uso improprio di queste sostanze soprattutto se a dosaggi errati, permette di ottenere l’effetto inverso a quello desiderato.
La disinfezione è necessaria:
  1. per decontaminare le attrezzature impiegate per l’assistenza al paziente o le superfici che siano contaminate da materiali biologici
  2. per i presidi sanitari e gli strumenti non monouso che entrano in contatto con cute o mucose integre
  3. quando la carica microbica presente nell’ambiente deve essere particolarmente bassa, oppure per la particolarità delle azioni che vi si svolgono, o l’alta suscettibilità dei soggetti che vi si trovano.

La disinfezione è essenziale per abbassare il numero dei microrganismi presenti in modo da ridurre il pericolo per i soggetti a rischio.

Principi per il corretto utilizzo dei disinfettanti

L’utilizzo dei disinfettanti è molto importante e non può essere lasciato al caso.
L’impiego di una sostanza disinfettante non adatta, a dosi sbagliate ed in modo scorretto porta conseguenze quali.
-          L’inefficacia del disinfettante verso il microrganismo
-          L’insorgenza della resistenza batterica per cui i microrganismi si adattano al disinfettante e riescono a sopravvivere ed a moltiplicarsi
-          Effetti tossici per gli operatori che li utilizzano

Per utilizzare correttamente un disinfettante:
§  Far procedere alla disinfezione un’accurata pulizia
§  Eseguire la diluizione e l’utilizzo dei disinfettanti indossando adeguati dispositivi di protezione individuale
§  Rispettare le concentrazioni di uso e i tempi di contatto indicati
§  Leggere bene l’etichetta e seguire le indicazioni riportate
§  Se la diluizione avviene con acqua è bene che questa sia fredda perché alcuni disinfettanti sono inattivati dal calore ( es. quelli a base di cloro )
§  Prelevare i disinfettanti dalle confezioni originali, evitare di travasare il disinfettante in altri contenitori
§  Evitare di mescolare disinfettanti fra loro, o disinfettanti con detergenti per evitare il rischio di inattivare i disinfettanti e provocare esalazioni tossiche
§  Non aggiungere mai disinfettanti nuovi in contenitori già usati e sporchi.
I disinfettanti devono essere conservati in armadi chiusi a chiave con temperatura piuttosto bassa ed una buona aerazione, devono essere posti separati dai detergenti.


La sterilizzazione

Processo fisico, chimico, che porta alla distruzione di tutte le forme viventi, comprese le spore. In tempi passati avveniva con l’utilizzazione di piccole sterilizzatrici a calore secco, oggi è più spesso un servizio centralizzato.
La sterilizzazione viene attuata con:
-          Metodi fisici ( calore secco, vapore saturo,radiazioni ionizzanti)
-          Metodi chimici ( gas plasma, ossido etilene, acido paracetico, formaldeide)

La scelta del metodo di sterilizzazione viene fatta prendendo in considerazione le caratteristiche del materiale da sterilizzare, la sicurezza, la rapidità del ciclo, il costo del metodo.

Le fasi della sterilizzazione

  1. la preparazione del materiale da sterilizzare
  2. trasporto del materiale sterile

Preparazione del materiale da sterilizzare
E’ un processo che consta di più fasi la cui esecuzione se non ben svolta, può comportare l’inefficacia di tutto il processo.
Le fasi della preparazione del materiale da sterilizzare sono:
§  raccolta
§  decontaminazione
§  lavaggio
§  risciacquo
§  asciugatura
§  controllo
§  confezionamento



IL TRASPORTO DEI MATERIALI

L’ attività di una struttura è caratterizzata da una fitta rete di percorsi di persone che collegano i vari servizi. I percorsi dei materiali avvengono in base alle differenziazione tra trasporto ordinario e urgente. Per il trasporto del materiale è necessario conoscere:
-          tipo di materiale (quale)
-          dove è diretto (dove)
-          da dove proviene
-          modalità di trasporto (come)
-          tempo di trasporto (quando)
-          motivazioni ( perché)


Percorsi pulito-sporco

All’interno della struttura  devono esserci percorso differenziati di passaggi fra materiali sporchi e materiali puliti ed è indispensabile rispettare la separazione dei percorsi.
E’ da considerare sporco : la biancheria sporca, i rifiuti, lo strumentario chirurgico.
L’operatore non deve mai sovrapporre le operazioni sporche con le operazioni pulite.
Quindi non deve mai :
-          allontanare la biancheria sporca contemporaneamente all’arrivo della biancheria pulita
-          allontanare i rifiuti contemporaneamente all’arrivo dei farmaci, presidi, vitto ecc..
-          stoccare rifiuti o biancheria sporca insieme a biancheria pulita o ad altro materiale pulito.


La biancheria

Si distingue in:
  • Biancheria confezionata ( divise del personale)
  • Biancheria piana ( tutta la restante biancheria)


Il trasporto della biancheria pulita


  • Deve avvenire con carrelli chiusi per evitare che la polvere si depositi sulla biancheria
  • L’operatore addetto al trasporto deve indossare un camice pulito
  • Dopo l’uso i carrelli devono essere spolverati a umido e coperti
  •  

Raccogliere e allontanare la biancheria sporca


Serve per ridurre in maniera efficace la diffusione dei microrganismi all’interno delle strutture. La biancheria sporca è raccolta in sacchi che possono essere distinti (colore).
I sacchi non devono essere riempiti eccessivamente
La biancheria infetta deve essere confezionata in sacchi idrosolubili
I sacchi devono essere stoccati nei locali appositi
La biancheria sporca deve essere trasportata con carrelli appositi
La biancheria sporca deve essere allontanata attraverso i percorsi sporchi



I RIFIUTI: RACCOLTA CONFEZIONAMENTO, SMALTIMENTO,STOCCAGGIO, TRASPORTO


Il  problema dello smaltimento dei rifiuti sta diventando oneroso nella società industrializzata, sia per il grande quantitativo da eliminare che per il possibile inquinamento dell’ambiente, riveste una particolare importanza per l’igiene.
I rifiuti possono essere:
  • Liquidi: organici, domestici, industriali,ospedalieri
  • Solidi: organici, domestici, industriali, ospedalieri

Rifiuti liquidi

Quando si parla di rifiuti liquidi si intendono:
  • Feci ed urine (materiale organico)
  • Acqua di uso domestico
  • Acqua meteorica e di lavaggio delle strade
  • Acqua di rifiuto dell’industria
I rifiuti liquidi vengono eliminati, per la maggior parte, attraverso le fognature, nei corsi d’acqua, utilizzando sistemi di depurazione adeguata, soprattutto nei confronti di materiali organici ed industriali.

Rifiuti solidi

Sono composti dai rifiuti:
  • Urbani-domestici
  • industriali
 Il sistema di eliminazione avviene con la raccolta dei rifiuti e con la pulizia delle strade da parte degli operatori e dai mezzi preposti.
Per i rifiuti solidi industriali esistono speciali norme di smaltimento atte a proteggere l’ambiente da inquinamento spesso tossico.

I rifiuti sanitari

Lo smaltimento dei rifiuti in ambito assistenziale è regolato da leggi specifiche
( D.lgs. 5/2/97 e il D.M. 26/6/2000) che regolano la disciplina e la gestione dei rifiuti sanitari, stabiliscono norme specifiche in relazione alla raccolta, confezionamento, stoccaggio e smaltimento. Questi ultimi in base alla loro origine sono classificati in:
  • rifiuti sanitari assimilati agli urbani e fra questi i rifiuti assimilati oggetto di raccolta differenziata
  • rifiuti sanitari non pericolosi
  • rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo
  • rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo
  • rifiuti sanitari che richiedono particolari modalità di smaltimento( citotossici, citostatici…)


Raccolta differenziata dei rifiuti sanitari


La raccolta differenziata dei rifiuti sanitari ospedalieri prevede la raccolta di quei rifiuti che non essendo né tossici né a rischio infettivo, possono essere considerati alla stregua dei normali rifiuti domestici.   Vengono raccolti in  sacchi di polietilene, in genere neri, che sono posti in contenitori rigidi.

Il sacco nero deve contenere:
§  resto del pasto solido
§  contenitori in cartone, plastica ( se non smaltiti differentemente*)
§  rifiuti derivanti dalle pulizie ambientali
§  tutto il materiale che non è venuto a contatto con pus, escreato, feci, urina, sangue…….

*Il materiale recuperabile prevede: carta, cartone, vetro, pile


Contenitori per rifiuti ospedalieri

Devono essere usati esclusivamente per la raccolta di :
  • rifiuti contaminati da materiale biologico, quali garze, cotone, provenienti da medicazioni, siringhe usate…….
  • Contenitori rigidi per aghi usati, drenaggi, provette e similari....
  • Tutti i rifiuti prodotti all’interno di malattie infettive
  • Contenitori per flebo che contengono o hanno contenuto sangue e emoderivati
  • Indumenti protettivi monouso se contaminati con quantitativi visibili di materiale organico
  • Tutto ciò che contiene materiali biologici


Per il confezionamento dei cosiddetti  rifiuti speciali bisogna attenersi alle procedure  interne ed ai materiali in uso. (contenitori rigidi, colore sacco, targhette ed etichette…)
Il locale di stoccaggio deve essere identificabile con apposite targhette con la scritta vietato l’ingresso ai non addetti, sanificato giornalmente.
I rifiuti speciali devono essere trasportati attraverso i percorsi sporchi.



IL COMFORT ALBERGHIERO

Tale termine viene utilizzato per indicare un ambiente accogliente e confortevole per le persone che vi soggiornano, ossia un insieme di caratteristiche relative alla struttura fisica comunitaria, ai servizi che vi vengono prestati, al comportamento adottato dagli operatori che devono contribuire a costituire una sensazione di benessere fisico e psichico in grado di favorire un rapido adattamento della persona alla nuova situazione. A questo scopo riveste fondamentale importanza l’informazione, ovvero l’orientamento della persona al nuovo ambiente. Ogni operatore deve contribuire ad informare l’utente della disposizione dei locali, alle regole di convivenza, ai servizi presenti, agli operatori in servizio, l’organizzazione ed il funzionamento della sua unità di vita ( letto, comodino, armadio…..) della quale l’operatore addetto all’assistenza ha la responsabilità della sua sanificazione, ordine e manutenzione.  
La persona spesso è costretta a letto per ore quindi è essenziale garantire il massimo di sicurezza rispetto al rischio infettivo ed il massimo di benessere attraverso:
-          Il mantenimento del letto sempre pulito ed asciutto
-          Il mantenimento del letto ordinato con le lenzuola ben tese
Il rifacimento del letto avviene generalmente al mattino, dopo il riposo pomeridiano, la sera, tutte le volte che se ne verifica la necessità.

L’IGIENE DELL’OPERATORE

L’igiene della divisa

La divisa deve sempre essere pulita, indossata in modo completo, sempre in ordine.
E’ opportuno avere i capelli raccolti se lunghi, le unghie corte, pulite e senza smalto,non indossare monili, anelli, bracciali, ed anche orecchini pendenti troppo lunghi. Fondamentalmente tali indicazioni sono dettate da elementari norme igieniche e di sicurezza, ma non disgiunte dall’immagine che diamo.

L’igiene della mani

E’ dimostrato che le mani dell’operatore hanno una grossa responsabilità nella trasmissioni delle infezioni. La popolazione batterica presente sulla cute normali può essere classificata in:
  • Flora residente: è costituita da batteri normalmente presenti sulla pelle, scarsamente virulenti, raramente causa di infezioni se non quando penetrano nell’organismo come per esempio durante un intervento chirurgico
  • Flora transitoria: batteri occasionali, che provengono dall’ambiente e/o dal contatto con i pazienti o con oggetti contaminati.


Il lavaggio delle mani

Il lavaggio delle mani ha lo scopo di rimuovere la flora transitoria e di ridurre la flora batterica resistente, per diminuire la possibilità di trasferimento dei germi ad altri pazienti.
Ha inoltre lo scopo di proteggere il personale dal rischio di essere contaminato da germi provenienti da superfici inanimate, da materiali organici o dai pazienti.
Il lavaggio delle mani a seconda della tecnica utilizzata si distingue in:
  • Lavaggio sociale: eseguito con acqua e sapone, rimuove molti microrganismi transitori
  • Lavaggio antisettico:viene eseguito con sostanze detergenti, antisettiche adeguate all’applicazione cutanea frequente, rimuove più facilmente i microrganismi transitori ed anche quelli residenti
  • Lavaggio operatorio: praticato con sostanze disinfettanti mantiene un effetto elevato di disinfezione della cute sulle mani protette da guanti.

Particolare attenzione va posta nella manipolazione di rubinetti dopo il lavaggio delle mani, è indispensabile far uso di rubinetti azionati da pedale o da gomito. Asciugarsi le mani con materiale monouso.