sabato 5 aprile 2014

LA RELAZIONE CON LA PERSONA ANZIANA AL DOMICILIO





L’operatore addetto all’assistenza di base a domicilio

Assistenza di base e relazione con la persona  anziana assistita


La relazione con la persona anziana

Importanza della relazione

La relazione è il legame che sussiste tra due o più persone. A garantire i legami è la volontà reciproca di mantenerli e farli crescere. Ogni relazione è relativa al contesto nel quale si svolge. La stessa azione ha un significato diverso nei differenti contesti culturali (per esempio salutare una persona con un bacio può essere considerato in certi contesti un segno di amicizia profonda, in altri un gesto sconveniente).
La relazione con la persona anziana
La persona anziana si trova al compimento della propria vita che è anche l’insieme delle relazioni che nel tempo ha costruito. La possibilità di costruire una buona relazione con la persona anziana dipende dalla capacità dell’operatore di conoscere e di capire il contesto relazionale nel quale la persona anziana ha vissuto e vive. Farsi raccontare la storia della persona anziana, dai familiari o dalla persona stessa, è un primo modo per conoscere e per capire. Sapere ascoltare è una grande qualità di chi decide di prestare assistenza. Significa porre al centro della relazione i bisogni e le esigenze dell’altro e cercare di lavorare per la loro soddisfazione. Allo stesso modo, potrà succedere che la persona anziana e la sua famiglia pongano domande all’operatore e desiderino conoscere la sua storia dando segno di apertura e di disponibilità alla relazione.
La valorizzazione della persona anziana
Rendersi conto di non poter più fare affidamento sulle proprie forze, di dipendere parzialmente o totalmente dagli altri è una presa d’atto drammatica che spesso si accompagna a ripetuti tentativi di autosufficienza come per esempio il bisogno di dimostrare che si è ancora in grado di vestirsi, muoversi, mangiare da sole/i. All’operatore è richiesto di aiutare, senza con questo sostituirsi totalmente, sia ai familiari che potrebbero desiderare di occuparsi direttamente di alcuni aspetti dell’assistenza, sia alla persona anziana che andrà ancora orgogliosa di ciò che sa e di ciò che sa fare pur non riuscendo sempre a ricordarlo totalmente o a farlo in completa autonomia.
La relazione con la persona anziana
Per la persona anziana il ricorso all’operatore è spesso una soluzione estrema, che accetta con difficoltà e diffidenza. L’operatore non italiana/o, in particolare è vista/o, in molti casi, come una persona estranea, lontana per provenienza e cultura, che parla una lingua diversa dalla propria, che ha abitudini diverse, che cucina e mangia in modo differente.
Questo, soprattutto in un primo momento, può provocare nella persona anziana atteggiamenti di sospetto e di rifiuto. È richiesto pertanto in chi assiste, comprensione, pazienza e un costante impegno per farsi accettare e benvolere.


La condizione della persona anziana in Italia
In Italia la persona anziana non è sempre oggetto di rispetto e di considerazione. L’anzianità spesso si accompagna ad un progressivo ritiro dalla vita pubblica e dalle relazioni sociali.
Questo fenomeno ha forti ripercussioni sulla considerazione sociale dell’anziano, come di persona ormai ai margini e comunque non significativa. Fin che sono autosufficienti le persone anziane vivono sole, indipendenti da figlie e figli, e questo provoca in molti casi un allentamento dei rapporti che, nel momento della necessità, i familiari si trovano a dover riallacciare in una forma particolarmente stretta, determinata dalla condizione di bisogno della persona anziana. L’aiuto di un operatore è in molti casi anche un aiuto nella relazione tra la famiglia e la persona anziana.

Come entrare in casa d’altri
Vivere in una casa che non è la propria, rapportarsi ad una famiglia che non si conosce richiede una grande prudenza e molta delicatezza. Abitudini e stili di vita potrebbero essere molto distanti dai nostri e forse, dal nostro punto di vista, in parte insensati e criticabili. L’operatore tuttavia non è chiamato a giudicare i modi di vivere che incontrerà nel corso del proprio lavoro ma a rispondere alla richiesta di assistenza secondo i modi e le forme più opportuni per la famiglia che la incarica. Si possono esplicitare suggerimenti e ipotesi su altri e diversi modi di organizzare la vita, ma solo se la famiglia è disponibile ad ascoltarli e comunque dopo che il rapporto con la famiglia si sia minimamente consolidato.
Per costruire una buona relazione è necessario entrare nella casa che ci ospiterà “in punta di piedi”, considerando la nostra presenza come un momento di una vita lunga e complessa, di cui non possiamo che conoscere alcuni aspetti.
La qualità del primo incontro tra la persona anziana e l’operatore rappresenta un momento molto importante che può influenzare quelli successivi. La famiglia, in caso di difficoltà o di impossibilità della persona anziana ad esprimersi, diviene interlocutrice fondamentale. Ai familiari, quando ci sono, si richiede una significativa presenza nei primi momenti di conoscenza.
Se la famiglia non c’è, sta all’operatore ed alla sua sensibilità trovare la strada per l’incontro e la convivenza. Alcuni suggerimenti possono essere utili per affrontare il primo incontro con la persona che assisteremo:
• Entrando in casa è opportuno avere un atteggiamento accogliente e modi rispettosi ricordando sempre che essere accoglienti non significa trattare la persona anziana come se fosse un bambino o una bambina da vezzeggiare. Per molte persone anziane è molto importante l’uso del “lei”.
• Sarà utile presentarsi per nome e spiegare chi siamo e perché siamo lì (se il nostro italiano non è ancora sufficientemente chiaro, si chiederà alla famiglia di fornire queste informazioni)
• Parlando è consigliabile mettersi di fronte alla persona anziana affinché possa vederci e vedere il movimento delle labbra (spesso le persone anziane hanno problemi di udito), usare un tono di voce pacato e termini chiari e semplici evitando di porre domande in modo incalzante ma lasciandole invece il tempo che le è necessario a rispondere.
• Ad ogni frase è consigliabile verificare che la persona anziana stia comprendendo quello che le stiamo dicendo.
• Questo ci permetterà di assicurarci che alla persona anziana siano chiari i motivi dell’incontro.
• In questa occasione potremo chiedere alla persona anziana la sua disponibilità a fornire tutte le informazioni riguardanti le sue abitudini di vita, per poter rispondere meglio ai suoi bisogni.

La relazione con i familiari della persona anziana
È importante che chi lavora all’interno di un ambiente familiare sappia riconoscere e distinguere la posizione e l’importanza di ogni suo componente ed individuare i modi, spesso anche diversi tra loro, di rapportarsi all’uno o all’altra.
Generalmente è una sola la persona di riferimento per tutto quanto concerne l’assistenza della persona anziana. Vi potranno però essere anche altre persone che vogliono “dire la loro” su come deve essere svolta l’attività di assistenza.
È importante pertanto chiarire, magari in un incontro con tutti i familiari della persona anziana, a chi l’operatore deve fare riferimento rispetto ai modi dell’assistenza, chi deve chiamare in caso di necessità, come deve relazionarsi alle altre figure che non sono direttamente di riferimento.
È possibile che all’operatore attento e disponibile vengano richieste dalla persona anziana o dai suoi familiari servizi che eccedono le sue funzioni e le sue capacità. Essere disponibili alla relazione non significa essere disponibili a fare tutto quanto viene richiesto e quindi l’operatore può esprimere il suo disagio a fronte di richieste inadeguate o eccedenti le sue funzioni.
Al fine di evitare problemi legati alla comprensione reciproca è utile concordare, nella forma di un accordo scritto, diritti e doveri dell’operatore e della famiglia in modo da potervi tornare in caso di equivoci o incomprensioni: giorni e orari di lavoro, giorni e orari di riposo, funzioni dell’operatore, attività non richieste, familiare di riferimento per l’attività di assistenza, familiare da chiamare in caso di necessità.

Comunicazione verbale e non verbale
È necessario essere consapevoli del fatto che le nostre comunicazioni si compongono di aspetti verbali e di aspetti non verbali e che è importante l’utilizzo di entrambi (per esempio accompagnare una parola di incoraggiamento con un sorriso) così come la coerenza tra gli uni e gli altri (se usiamo un tono di voce calmo e pacato, per comunicare un’azione che intendiamo fare all’anziano/a, non possiamo tenere poi comportamenti ansiosi e frettolosi). Il nostro agire deve coincidere con il tono delle parole che diciamo.
La comunicazione con la persona anziana deve essere sempre semplice e diretta.
L’uso delle parole deve essere adeguato al suo livello di comprensione, le frasi brevi, pronunciate lentamente e ben scandite, soprattutto se il vostro italiano non è molto buono e se la persona assistita è abituata a parlare il dialetto o è un pò sorda. Usiamo consapevolmente il potenziale comunicativo dello sguardo: nel parlare, ma anche nel comunicare qualcosa senza parole poniamoci sempre di fronte alla persona che assistiamo. Questa posizione è anche segno di considerazione e di rispetto. Non abbiamo timore di toccare la persona anziana, sia nei momenti in cui è necessario (per esempio per aiutarla ad alzarsi o a camminare) sia quando non sembra necessario (nel momento del saluto, in un momento di sconforto o di depressione). Se la persona anziana lo apprezza, e se questa modalità di rapporto non ci crea difficoltà, è certamente un utile modo per far sentire comprensione e calore.

L’importanza della socializzazione
L’operatore ha anche la funzione, non secondaria, di stimolare gli interessi e le capacità, anche qualora parzialmente compromesse, della persona che assiste. Il farsi raccontare (magari anche proponendo che questo avvenga guardando qualche fotografia) è un importante forma di stimolazione della memoria così come, per l’intimità che crea tra chi racconta e chi ascolta, un veicolo di fiducia reciproca.
Allo stesso modo,da parte dell’operatore, raccontare alla persona anziana quello che è successo a quel familiare, o a quel conoscente, o quello che accade nel mondo, attraverso la lettura di un giornale o una rivista, o l’ascolto e il commento del telegiornale.
Altri modi per stimolare l’attenzione della persona anziana, e l’utilizzo delle facoltà mentali e della memoria, possono essere semplici giochi (come quelli delle carte o del cruciverba), la visione ragionata di un film che la interessi, la lettura di un libro. Agevolare le relazioni che la persona anziana ha con l’ambiente che la circonda: uscire di casa, per passeggiare o per fare qualche spesa, può essere un utile modo per conoscere e farsi conoscere e per favorire l’incontro della persona che si assiste con altre che si trovano in situazioni simili. Si può frequentare insieme centri diurni o centri sociali dove la presenza di altre persone anziane e l’organizzazione di attività specifiche può essere un utile aiuto non solo alla persona che si assiste ma anche all’operatore che può confrontarsi con altre situazioni.

La sessualità della persona anziana
Un pregiudizio frequente è quello che considera la vecchiaia un’età asessuata o con sessualità deviata: tale convinzione è alla base di molti conflitti nell’anziano, poiché non fa altro che alimentare vergogna, paura, dolore e disadattamento. A causa dei naturali cambiamenti fisici, l’attività sessuale tende a ridursi, ma non scompare ed è possibile anche in età avanzata.
Sessualità non va intesa soltanto come capacità di avere rapporti con un partner, ma come incontro tra due persone, tra due mondi, come modalità di comunicazione con gli altri. In essa confluiscono l’amore e l’odio, le gioie, i dolori, le fantasie, i ricordi, le speranze future, ecc. La vita sessuale è espressione del bisogno profondo e continuo d’amore dell’uomo e ciò è ancora più vero in età avanzata, quando le certezze vengono meno, per cui l’affetto diventa una necessità primaria. Alcune patologie possono avere riflessi anche sulla sfera sessuale. La demenza, in particolare, può indurre l’ammalato a perdere ogni freno inibitorio (spogliarsi in pubblico esibendo i genitali; attività masturbatoria eccessiva, ecc ). In questi casi occorre consigliare la famiglia di rivolgersi con fiducia al proprio medico, per verificare un possibile trattamento farmacologico o alcune strategie di comportamento per contenere tali situazioni.

Il significato della morte
I malati terminali, così come le persone anziane che sono vicine alla morte e vengono spesso associate a stati di malattia, ricordano alle persone più giovani l’idea della fine, la condizione di esseri mortali, e l’atteggiamento più consueto è quello di evitarle, di allontanarle, creando così un contesto di isolamento che accentua il sentimento di esclusione della persona anziana. Non tutte le persone anziane però vivono la morte con gli stessi sentimenti di quelle più giovani: alcune ricerche hanno infatti dimostrato che la persona anziana non teme la morte in sé, ma teme l’idea di finire in casa di riposo e la malattia prolungata, accompagnata da dolore e sofferenza fisica.
I famigliari, invece, oltre alla fatica fisica e psicologica dell’assistenza, possono provare sentimenti di colpa sia prima della morte, per cui il familiare si chiede cosa potrebbe fare di più per la persona malata, sia successivi all’evento, per cui il familiare si incolpa per quell’inevitabile senso di sollievo che sente al termine del lungo periodo di assistenza.
La disperazione ed il dolore della perdita possono essere in parte alleviati se il familiare può parlare con qualcuno di come si sente. È anche molto importante che il familiare non veda soffrire il proprio congiunto chiedendo al proprio medico di famiglia di alleviare il dolore e preservare quindi la dignità del paziente fino all’ultimo momento.

Assicurare l’igiene e la sicurezza degli ambienti e della persona

- Igiene della camera da letto e del bagno -

Riordinare rispettando le abitudini e le esigenze dell’utente
Ogni persona ha un vissuto, delle abitudini che negli anni sono diventate, spesso, veri e propri riti; il modo di lavare le stoviglie rispettando un certo ordine di successione, il modo di disporre la biancheria pulita nei cassetti e così via.
Quando la persona anziana non sia costretta a letto (allettata) è bene non introdurre dei cambiamenti improvvisi per non dar luogo a contrasti e contribuire a mantenere l’orientamento spazio temporale della persona stessa. Se si ritengono necessarie delle modifiche di abitudini ormai acquisite è bene introdurle cercando la collaborazione della persona assistita.

Utilizzo di guanti e camicie

Quando si devono eseguire manovre di assistenza sulla persona è sempre bene indossare i guanti a protezione delle mani. Questi costituiscono una duplice tutela: per noi stessi e per la persona assistita.
La cute è infatti un grande veicolo ci trasmissione di microrganismi che, per gli anziani possono facilmente diventare causa di malattie (patogeni). L’utilizzo del camice di protezione è consigliato ogniqualvolta si possa venire a contatto con liquidi biologici infetti anche nelle restanti parti del corpo: ad esempio quando si fa il bagno in vasca o la doccia alla persona assistita.

Areazione degli ambienti quando utente non presente o ben protetto dalle correnti d’aria
La luce e l’areazione degli ambienti costituisce una importante modalità di allontanamento dei microrganismi dall’ambiente domestico.
L’umidità, la polvere e lo sporco rappresentano infatti un buon terreno di coltura dei batteri.
L’areazione frequente degli ambienti permette di diminuire l’umidità in casa; la luce solare consente di vedere meglio eventuali zone sporche dell’ambiente non visibili con la luce artificiale. Bisogna però esser attenti durante i ricambi d’aria a non lasciare le persone assistite esposte alla corrente specialmente dopo aver fatto il bagno o quando siano sudate e che non entrino insetti nocivi o addirittura animali: zanzare, tafani, gatti…

Inquinamento domestico: principali fonti, conseguenze sulla salute
Gli ambienti domestici sono dotati di comodità che però possono diventare fonti di incidenti per le persone. Abbiamo già detto dell’importanza di ricambi d’aria, ma bisogna anche fare molta attenzione alle sostanze che si trovano nelle case.
Per esempio i detersivi devono essere conservati in posti di difficile accesso in modo che non possano essere scambiati per bevande o cibi. Anche i farmaci possono diventare pericolosi se assunti per sbaglio in dosi e orari diversi da quelli prescritti. Per questa ragione è necessario sorvegliare sempre le quantità di sostanze presenti nei contenitori, ma soprattutto far sì che le sostanze non alimentari siano rese difficilmente accessibili.

Prevenzione del rischio elettrico
L’impianto elettrico delle case può diventare pericoloso e persino mortale se non è utilizzato in modo adeguato. Mai andare con liquidi, specialmente acqua vicino ad elettrodomestici o prese di corrente. È anche bene non sovraccaricare l’impianto con l’utilizzo contemporaneo di diversi elettrodomestici come ad esempio aspirapolvere + lavatrice, per evitare di sovraccaricare l’impianto elettrico che in tal modo si blocca fino a che non viene ricollegato con apposito interruttore.

Prevenzione del rischio gas
Il gas è un’altra fonte di energia che però può dar luogo ad incidenti mortali.
È molto importante sorvegliare che le manopole di forni e fornelli siano chiuse quando il fuoco non è acceso. È bene alla notte venga anche chiuso il rubinetto centrale che porta il gas alle cucine.
Non bisogna mai accendere interruttori di corrente elettrica quando nella casa si sente odore di gas ma bisogna subito spalancare le finestre e allontanare le persone presenti. Se nei pressi dell’abitazione si sente odore di gas si deve avvertire la ditta che fornisce il gas.

Prevenzione delle cadute: consigli pratici
Evitare cera o detergenti disinfettanti che lasciano liscio il pavimento, fare anche attenzione che la persona anziana non cammini sui pavimenti ancora umidi.

• Le pedane nella cucina e nel bagno devono essere dotate dei rete antiscivolo nella parte che aderisce al pavimento e sono comunque sconsigliate quando la persona anziana ci vede poco ma è ancora in grado di muoversi all’interno della casa autonomamente.

• È bene che l’assistito utilizzi, invece delle ciabatte, calzature che mantengano il piede saldo durante il cammino, anche in casa.

• Se la persona anziana inizia a presentare difficoltà nel camminare o problemi di equilibrio, rivolgersi al medico per valutare l’uso di adeguati ausili: bastone, tripode, girello, ecc.; l’uso di sedie per appoggiarsi durante la marcia aumenta il rischio di cadute.


- Assicurare l’igiene e la sicurezza della persona -
Igiene quotidiana della persona
• Mattino: lavarsi prima di colazione fa si che l’organismo “si svegli” e rispetta la dignità della persona. Anche se la persona assistita è allettata, è necessario eseguire le cure igieniche prima di dare la colazione.
• Sera: anche prima di coricarsi bisogna eseguire le cure igieniche che predispongono il fisico ad un buon riposo.

Igiene della cute (viso - corpo - capelli) e delle mucose (bocca, narici, vagina, ecc.)
È necessario mantenere pulito il corpo della persona anziana, eliminando gli eventuali odori sgradevoli per:
• Prevenire lesioni da compressione e infezioni perché ogni volta che si eseguono le cure igieniche si osserva la cute e le sue eventuali alterazioni. Una buona igiene e idratazione mantiene infatti pulita ed elastica la cute diminuendo i rischi di lesioni cutanee. Se comunque la pelle dell’assistito presenta chiazze, vescicole, arrossamenti o coloriti mai visti prima, è bene avvisare il medico curante prima di applicare qualsiasi prodotto.
• Benessere ed effetto tonico su organismo/psiche. La persona anziana non smette di essere persona per cui anche quando perda l’iniziativa o la capacità di eseguire autonomamente le cure igieniche deve essere stimolata e aiutata a sentirsi pulita e in ordine come ciascuno di noi si vuole sentire e comunque rispettando sempre abitudini personali: ad esempio un tipo di sapone, di crema per il viso o deodorante.

Bagno/doccia
Frequenza (2 a sett.) e comunque secondo i desideri dell’anziano. La scelta fra bagno o doccia è determinata dalla disponibilità del bagno di casa e dalle condizioni di autosufficienza della persona anziana.

La lesione da compressione è una lacerazione della cute provocata, nelle persone costrette a letto, da una pressione prolungata sullo stesso punto (es. zona sacrale, glutei, talloni). La lesione, da semplice rossore, può degenerare in una vera e propria ulcera (ferita profonda di difficile cicatrizzazione).
Per le persone che abbiano problemi di vista e siano autosufficienti o parzialmente dipendenti nella deambulazione, sarà necessario un aiuto per entrare nella vasca o nella doccia in modo da evitare cadute e anche per lavarsi parti del corpo difficilmente accessibili come la schiena, i piedi, la testa.

Quando ci si lava bisogna incominciare dalle parti più pulite: la testa, il viso, gli arti superiori, il tronco (il petto e la schiena), la regione genitale, cioè le parti intime, e gli arti inferiori.
Se non sono espresse preferenze è consigliabile l’utilizzo di un sapone liquido neutro.

Bisogna poi che la persona si asciughi molto bene, ponendo particolare attenzione alle zone in cui due parti del corpo vengano a contatto: cavo ascellare, pieghe addominali, inguine, interno coscia, fra le dita dei piedi.

Ci si può aiutare anche con il phon passato a temperatura tiepida sul corpo oltre che sui capelli.
Al termine dell’asciugatura si provvede a rivestire la persona anziana con biancheria e abiti puliti.

Per mantenere la cute integra e prevenire lesioni cutanee, prima di rivestirla, è bene applicare sul corpo della crema idratante o olio di mandorle. Il bagno a questo punto è da asciugare bene ed aerare per evitare di scivolare e di mantenere zone di umidità.
È possibile fare il bagno o la doccia anche a persone totalmente dipendenti utilizzando l’apposito sollevapersone dotato di una imbracatura che andrà poi lavata ed asciugata. È molto importante ricordare che sempre durante le cure igieniche ma, in particolare quando si fa il bagno o la doccia, si entra in rapporto con l’intimità della persona; le persone anziane hanno quasi tutte un grande senso del pudore per cui non è bene scherzare o essere troppo disinvolti mentre li si aiuta. Il rispetto del corpo è rispetto della persona.

• Chi aiuta allo svolgimento del bagno o della doccia deve sempre indossare i guanti monouso e un camice impermeabile per evitare di venire a contatto con liquidi biologici. L’utilizzo della spugna o del guanto di crine è utile per eseguire una detersione più energica ma non aggressiva e per dare la piacevole sensazione di massaggio che è gradita da molte persone anziane. Al termine del bagno bisogna però risciacquare molto bene la spugna e farla subito asciugare se no diventerebbe ricettacolo e, quindi, veicolo, di funghi e batteri per l’operator e l’assistito.

• È bene posizionare sul fondo della doccia o della vasca un tappeto antiscivolo perché la contemporanea presenza di acqua e sapone aumentano il rischio di cadute. Anche questi tappeti devono poi essere lavati ed asciugati come già detto per le spugne.

Igiene del corpo dell’allettato
Nonostante i presidi disponibili, alcune persone sono impossibilitate ad accedere alla vasca o alla doccia e comunque anche ad essere alzate in poltrona o carrozzina.
In questi casi è necessario eseguire al letto l’igiene di tutte le parti del corpo e quindi anche del bagno. Per queste persone è ancora più importante e necessaria la frequenza del bagno perché lo sfregamento della cute con le lenzuola, la presenza di materiale di sfaldamento (residui di pelle), il sudore e lo sfregamento delle parti del corpo fra loro aumenta il rischio di lesioni da compressione. Per eseguire il bagno a letto è necessario che il materasso venga isolato da una tela cerata che impedisca di bagnarlo.
La successione per lavare è sovrapponibile a quella già descritta ma bisogna utilizzare una brocca con acqua che deve essere cambiate di frequente per evitare che rimangano sul corpo residui di sapone. Anche in questo caso bisogna porre particolare attenzione ad asciugare bene la cute e ad idratarla con creme o olio di mandorle.

Igiene intima
Deve essere eseguita 2 volte al giorno e, comunque, tutte le volte che a causa di evacuazioni o perdite di materiale biologico, si renda necessario. La persona autosufficiente o parzialmente dipendente deve essere stimolata e sorvegliata nell’esecuzione dei movimenti che sia in grado di compiere. La persona allettata o in carrozzina, deve essere sostituita per l’igiene intima e delle singole parti del corpo.

Per il bidè al letto sono necessari: i guanti monouso, la padella, una brocca, il detergente, un asciugamano.

Dopo aver indossato i guanti monouso, si posiziona la padella, si versa un po’ d’acqua e si insapona con il detergente in senso antero posteriore (dal davanti al dietro). Si deve poi risciacquare molto bene per evitare che rimangano residui di sapone.
Al termine si asciuga con un asciugamano tamponando per evitare di provocare arrossamenti o lesioni.
Prima di riposizionare il pannolone è importante idratare bene la cute con crema idratante o olio. Quando si esegue il bidè ad una donna bisogna aprire le grandi labbra durante la detersione che avverrà sempre dall’alto verso il basso. Se invece si deve lavare un uomo è indispensabile che dal glande venga abbassato il prepuzio, si deterge e, al termine, il prepuzio deve essere riposizionato sul glande per evitare arrossamenti e gonfiori.

Igiene orale
Deve necessariamente essere eseguita 2 volte al giorno, mattino e sera, e, comunque ogni volta che si verifichino alterazioni della mucosa orale o permangano residui alimentari.

• Guanti, spazzolino, dentifricio e collutorio sono il materiale necessario per l’igiene orale.
• Igiene della protesi dentale (dentiera): se la persona ha una protesi dentale totale o parziale, deve essere rimossa per poterla lavare accuratamente con lo spazzolino; alla sera si deve riporre la protesi nell’apposito contenitore, al mattino prima di rimetterla in bocca deve essere risciacquata. Procedura: Indossare i guanti monouso e fare attenzione che la persona assistita sia tranquilla, con il dito indice o medio si entra nel cavo orale sino a toccare il palato e contemporaneamente con il pollice si fa presa nella parte davanti dei denti superiori e così si procede alla estrazione della parte superiore della protesi. La parte inferiore si sfila prendendo i denti fra pollice e indice sempre nella parte esterna.
• La mucosa della bocca va risciacquata con collutorio, nel caso in cui la persona corra il rischio di ingerire o inalare, si deve provvedere alla pulizia del cavo orale con garze bagnate di collutorio. La garza deve essere avvolta intorno al dito indice e, dopo averla bagnata, si passa sul palato, sopra e sotto la lingua, all’interno delle guance, cambiandola ad ogni passata e sino a che le medesime non risultino pulite.

Igiene degli occhi
Anche gli occhi devono regolarmente essere puliti ogni mattina e comunque ogni volta che presentino secrezioni.
• Sono necessari: guanti monouso, acqua, eventualmente acqua borica, garze o pezzuole di cotone pulite. Non si deve mai utilizzare la stessa pezzuola per pulire entrambi gli occhi. Nel caso in cui si osservino aumento delle secrezioni, arrossamenti o comunque modificazioni rispetto alla norma è bene avvisare il medico prima di prendere qualsiasi iniziativa.

Igiene dei presidi
Tutte le tele, asciugamani, lenzuola che vengono a contatto con la persona assistita devono essere lavate frequentemente o comunque ogni volta si sporchino di liquidi biologici (sangue, feci, urine…).
La biancheria pulita deve essere riposta ordinatamente negli armadi o cassetti, e tenuta separata. La biancheria del letto separata dagli asciugamani, le mutande separata dalle maglie e così via.
Le brocche, i pappagalli (accessorio per permettere di fare pipì agli uomini allettati), le padelle e i catini, devono essere lavati dopo l’uso con varechina, diluita o meno a seconda delle concentrazioni.
Se questi contenitori presentassero incrostazioni, queste vanno rimosse prima di lavarli. Quando si cambia il pannolone o la traversa, o si rifà il letto, bisogna avere molta cura nel non lasciare pieghe a contatto con la persona. Una buona igiene del corpo, un’accurata idratazione, la cura del letto riducono in modo rilevante le lesioni da compressione. Lavare sempre le mani prima e dopo l’utilizzo dei guanti monouso!
La pulizia e la cura, anche estetica, della persona, costituiscono un bisogno fondamentale che rivaluta il senso di autostima e sicurezza e favorisce una sensazione di benessere.


L'ALIMENTAZIONE: AIUTO DURANTE I PASTI
Elementi di igiene e sicurezza degli alimenti
(conservazione e preparazione)

Ormai tutte le abitazioni sono dotate di fornelli a gas e frigorifero. Questi due elettrodomestici sono indispensabili nei nostri climi per scongiurare (purtroppo non sempre) il rischio di infezioni di origine alimentare. Prima di accingersi a cucinare piatti più o meno complessi ci si deve lavare accuratamente le mani; le superfici sulle quali si appoggiano gli alimenti devono essere ripetutamente pulite evitando che vi permangano tracce di detersivo.
Al termine del pasto si devono lavare subito le stoviglie e, possibilmente ogni sera, vuotare la pattumiera in modo da non lasciare “cibo” per insetti che colonizzerebbero in poco tempo la cucina. Anche l’umidità deve essere eliminata per le stesse ragioni. La pasta, la farina, lo zucchero, i legumi secchi, prima di essere consumate devono subire processi di lavorazione e cottura, ma questo non basta; anche la conservazione è importante per evitare che all’interno delle confezioni colonizzino larve di insetti. È quindi consigliabile non tenere grandi quantità di questi alimenti nella dispensa a meno che non siano confezionati sottovuoto.

È anche consigliabile non aprire più di due confezioni contemporaneamente e se accade utilizzare il frigorifero per la conservazione dei pacchi aperti. La conservazione in vasi di vetro chiusi (pasta, farina ecc.) può favorire la maggior durata di conservazione rispetto alle confezioni di cartone o plastica. Così si potrà variare maggiormente la dieta della persona assistita.
La carne e il pesce si devono conservare in frigorifero ed è comunque consigliabile consumarle entro 48 ore dall’acquisto. Questi alimenti si consumano ben cotti. Anche le uova si conservano in frigorifero e sulla confezione è impressa la data entro la quale devono essere consumate. Non si devono consumare le uova crude e non si devono utilizzare uova delle quali non si conosca la provenienza. Se poi sul guscio si trovano tracce di escrementi si devono buttare via; allo stesso modo se l’albume o il tuorlo mostrino alterazioni di colore o odore.
La verdura e la frutta vanno consumate crude o cotte dopo un accurato lavaggio che ne elimini i residui più o meno visibili. In commercio si trovano prodotti a base di cloro che utilizzati nelle giuste diluizioni danno maggiore garanzia per la salute di chi consuma.
Il formaggio si conserva in frigorifero e anche per questo vale l’indicazione di non consumarli se non ne conosciamo la provenienza.
Le salse, le marmellate, i sottoli… è opportuno che non siano confezionati in casa perché potrebbero facilmente diventare veicoli di infezioni anche mortali. Se poi le confezioni che si acquistano presentano fenomeni di fermentazione (es. con presenza di gas all’interno) si devono comunque buttare via.


Gruppi degli alimenti
La dieta deve sempre essere equilibrata e varia per non rischiare carenze di alcuni nutrienti importanti per il nostro organismo.

 
Per poter ottenere menù variati i diversi cibi sono stati raggruppati in categorie all’interno delle quali i vari alimenti si equivalgono e quindi sono scambiabili fra di loro: è indispensabile che almeno un alimento di ciascuno gruppo sia presente nella nostra dieta quotidiana.


1° gruppo
: carne (bovino, ovino, pollo ecc.), pesci e uova con esclusione dei vegetali; in questi prodotti sono contenuti proteine e grassi animali, ferro, vitamine del gruppo B (vitamina B12 in particolare);

2° gruppo
: latte, formaggi e yogurt; sono alimenti ricchi di proteine, calcio e vitamine del gruppo B;

3° gruppo
: cereali come grano, orzo, riso, mais ecc. e patate: sono alimenti ricchi di amidi e quindi di “zuccheri”, nonché di proteine anche se di scadente qualità; questo gruppo di alimenti costituisce una pronta “riserva energetica” per il lavoro fisico;

4° gruppo
: legumi: sono una fonte indispensabile di ferro, di fibre utili per l’intestino, di proteine di buona qualità, di sali minerali;

5° gruppo
: è rappresentato dai grassi da cucina o da condimenti di origine animale (lardo, burro, panna, strutto) o vegetale (olio di oliva, margarina, olio di mais, di girasole, di arachidi ecc.); dovrebbero essere utilizzati in quantità minime per i danni che ne derivano alla salute (obesità, malattie cardiovascolari ecc.);

6° gruppo
: frutta e verdura colorate di verde o giallo-arancio:
alto contenuto di vitamine (A in particolare), minerali e fibre (spinaci, lattuga, carote cc.);

7° gruppo
: ortaggi e frutta aciduli (es. cavoli e agrumi): sono ricchi di vitamina A e C, minerali e fibre.

Il numero giornaliero dei pasti è decisamente variabile da persona a persona nei soggetti sani. In genere può variare da tre a cinque pasti giornalieri in relazione alle abitudini e al tipo di lavoro.
I tre pasti principali: colazione pranzo e cena, una o due merende a metà mattina e a metà pomeriggio.




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Proteine
contenuti in carne, pesce, uova latte… devono essere presenti per il 13-15% giornalmente;
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Glucidi o carboidrati
contenuti in pasta, pane, fette biscottate, devono rappresentare circa il 60% delle calorie giornaliere di cui solo in minima parte proveniente da zuccheri semplici contenuti in ciambelle, frutta, biscotti, ecc;
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Lipidi o “grassi”
contenuti negli olii, burro, carne, formaggi; entrano nella dieta per il 25% preferendo però i grassi di origine vegetale (olio di oliva).

I pasti inoltre devono essere equilibrati nella giornata: alla mattina si ha bisogno di una maggiore quantità di energia pronta per affrontare la giornata; per questo motivo la colazione di solito è ricca di glucidi. Invece alla sera si deve affrontare il riposo, per questo motivo il pasto non dovrà essere pesante così da evitare episodi di reflusso (risalita di cibo-acidi dallo stomaco all’esofago), nausea, sensazione di peso allo stomaco. Le persone anziane hanno spesso problemi di salute che, anche se non direttamente dipendenti dall’apparato digerente, possono però risentire di una alimentazione non corretta (problemi vascolari, accessi gottosi…), per questo motivo è bene concordare con il medico sulla dieta che meglio si adatta alla persona; si vedrà poi il modo di distribuire gli alimenti nella giornata cercando di mediare esigenze di salute e gusti della persona.

Regole per una corretta alimentazione
Oggi abbiamo a disposizione i più svariati alimenti ad ogni stagione; ciò non significa che i prodotti siano sempre “buoni”. Quando la frutta e la verdura maturano naturalmente in pieno campo, è allora che sono più ricchi di vitamine e minerali e che sono più buoni. Se non si conosce l’andamento stagionale dei prodotti, oltre a chiedere alla persona assistita (quando sia orientata), ci si può rivolgere ai famigliari, al vicinato o comunque al commesso del negozio presso il quale si effettuano gli acquisti.
Abitudini - tradizioni – cultura.
Se è vero che molte malattie di quest’epoca sono il frutto di una scorretta alimentazione, è pur vero che a chi ha avuto la fortuna di diventare vecchio non possiamo certo dire di aver sbagliato sempre tutto sulla alimentazione.
Con l’insorgenza di malattie possono esserci esigenze cliniche ed assistenziali che dipendono anche dal cibo ma devono essere introdotte cercando di rendere consapevole innanzitutto la persona assistita.
Un buon rapporto con il medico ed i servizi assistenziali del territorio possono anche in questo caso aiutare ad associare le esigenze di salute con le tradizioni locali; per esempio le zucchine si possono cuocere alla piastra e successivamente condire invece che friggerle; il ragù (notissimo condimento bolognese a base di carne macinata) si può preparare senza panna e burro ecc. Alimentazione corretta non è infatti sinonimo né di scarsa alimentazione, né tantomeno di mancanza di sapore. Le pietanze preparate devono essere appetitose e di gradimento della persona anziana affinché il mangiare rimanga sempre e comunque un piacere e non un’imposizione. Per evitare possibili rifiuti, è opportuno concordare il menu in base ai gusti, le abitudini, le tradizioni, le patologie coinvolgendo, nei limiti delle sue possibilità, la persona anziana nel processo di preparazione.

Controllo e aiuto nel prendere i farmaci
L’operatore, insieme al medico o ai famigliari, può fare uno schema “pro-memoria” con orari e quantità di medicine da assumere. Avrà inoltre cura di controllare le scadenze sulle confezioni sia al momento dell’acquisto che al momento del consumo e di conservarle in luogo sicuro, fresco e asciutto.

I materiali dell’eliminazione fisiologica
Osservazione e possibili indicazioni ad uso sanitario da: vomito, urina, feci, espettorato; è fondamentale per la salute della persona assistita osservare attentamente questi materiali e segnalare al medico ogni eventuale alterazione.

Assistere la persona nel movimento

La persona anziana va sollecitata a “muoversi ”, non sostituendosi a lei in tutto, ma incoraggiando le attitudini individuali e l ’utilizzo delle capacità residue, spronandola ad occuparsi della propria persona (cure igieniche) e, se possibile, coinvolgerla nelle attività domestiche. È importante per chi vive con una persona con capacità motorie ridotte, aiutarla a muoversi senza rischi, in modo corretto, evitando cattive abitudini.
Prevenzione delle cadute
• utilizzo di calzature idonee:comode,che blocchino il tallone, con suole antiscivolo;non utilizzare ciabatte;

• rimozione di ostacoli dall’ambiente domestico e situazioni di pericolo:(es.:pavimento bagnato o lucidato a cera);
• rimozione di tappeti
• rimozione di fili elettrici malposizionati
• attenzione a spigoli sporgenti
• attenzione a scarsa illuminazione
• controllare la collocazione di maniglioni posti in bagno
• evitare sedute troppo basse (compreso water)

Correggere il soggetto se:
• cammina a testa bassa
• trascina i piedi
• si appoggia ovunque col pericolo di appoggiarsi a qualcosa di instabile
• utilizza il bastone in modo sbagliato..

Posture
Nel corpo umano ci sono zone in cui la cute viene maggiormente sottoposta alla pressione del corpo,in particolare in corrispondenza di sporgenze ossee.
In queste zone si può creare un impedimento alla normale circolazione del sangue,rimanendo troppo a lungo in una posizione,possono così verificarsi lesioni prima cutanee poi estese al tessuto sottocutaneo.
È molto importante evitarle perché una volta verificatesi sono di difficile guarigione e peggiorano la vita dell’anziano, perché necessitano di medicazioni e attenzioni particolari.

Per evitarle:
• variare posizione almeno ogni 2 ore
• evitare superfici d ’appoggio troppo rigide
• evitare lenzuola troppo ruvide
• evitare che si formino pieghe sulle lenzuola
• evitare teli impermeabili (trattengono l ’umidità favorendo
la macerazione della cute)
• se il soggetto è portatore di catetere ,fare attenzione che lo stesso non rimanga schiacciato sotto alla persona.

Tutte queste condizioni favoriscono l ’insorgenza precoce di lesioni da compressione (in particolare se associate a scarsa igiene e deterioramento della cute).
Se non specificatamente controindicato il soggetto può variare la posizione da supino a fianco destro e sinistro.
Per la posizione sul fianco in particolare,invitarlo a:
• estendere l ’arto inferiore dal lato sul quale si vuole ruotare.
• Piegare l ’altra gamba e aiutare a ruotare la persona
• porre un cuscino sotto la gamba piegata per sorreggerla e uno dietro alla schiena per mantenere la posizione.
Nel letto è spesso indicata la presenza di sponde o semisponde, queste si rivelano utili in caso di paura,da parte del soggetto,di cadute accidentali. A volte sono validi supporti,utili all’anziano per girarsi da una parte all’altra del letto.

Cambio posturale da sdraiato a seduto
Evitare di alzarsi piegando il busto in avanti e cercare di favorire sempre il passaggio da sdraiato a sul fianco. La postura seduta viene raggiunta educando il soggetto a:
1. piegare le gambe
2. girarsi sul fianco
3. mettere le gambe fuori dal letto
4. aiutarsi spingendosi con le braccia a raggiungere la posizione seduta.

Passaggio letto - carrozzina (o sedia)
Una volta seduto sul letto chiedere:

1. di portare i piedi a contatto col pavimento,possibilmente da solo,mettersi di fronte ed aiutarlo sostenendolo sotto le ascelle e bloccare i suoi piedi con i propri.

2. di ruotare il corpo verso la sedia e sedersi controllando la discesa,facendogli appoggiare le mani sui braccioli della sedia e facendo inclinare in avanti con busto (questo perché non si sbilanci indietro cadendo pesantemente).

Quando si utilizza una carrozzina,verificare sempre che la stessa sia ben frenata e che i freni siano ben funzionanti per evitare che ne momento dell’appoggio si verifichino incidenti (per es.:allontanamento della carrozzina).

Passaggio da seduto - in piedi
Il soggetto è facilitato con una seduta abbastanza alta (eventualmente con cuscino) e dalla presenza di braccioli nella sedia.

1. Spostare il bacino in avanti
2 .Avvicinare i piedi sotto la sedia
3. Piegare il busto in avanti
4. Alzarsi spingendo con le mani sui braccioli o sulle ginocchia.
5. Porsi di fronte o di fianco al soggetto e aiutarlo trazionandolo dalle braccia e /o dalla cintura.

Utilizzo del bastone
Il bastone:

Deve essere adeguato all’altezza del soggetto (il braccio in appoggio deve essere esteso e le spalle alla stessa altezza).
Va tenuto dalla parte sana e portato avanti prima di muovere i piedi.
Appoggiarlo lateralmente ma non troppo distante dal corpo.
La persona che aiuta sta dalla parte invalida per poter intervenire in maniera efficace in caso di perdite dell’equilibrio.

Utilizzo del deambulatore o “Girello”
Il girello con ascellari è solitamente utilizzato soltanto nelle prime fasi della riattivazione o in patologie in cui non sia permesso il carico (fratture di bacino o agli arti inferiori) perchè non favorisce i movimenti e l ’autonomia dell’anziano.
Per favorire un buon sostegno gli ascellari devono essere tenuti sufficientemente alti da sostenere il peso della persona, ma non devono creare dolore sotto le ascelle. È necessario pertanto una supervisione poiché un uso inadeguato di questo ausilio può provocare cadute.
Il girello a 4 ruote è più adatto per un utilizzo autonomo, perché il soggetto può appoggiarvisi con le mani o gli avambracci. Una delle patologie più ricorrenti nell’anziano è il rallentamento del movimento (ipocinesia) legato spesso a tendenza a cadere all’indietro (retropulsione ), in questo caso non è indicato sostenere a fatica il paziente. Sarà opportuno invitarlo ad appoggiarsi a un tavolo (molto stabile) e richiedergli progressivamente di allungare le mani in avanti anche con movimenti finalizzati,per esempio spostare oggetti o toccarli. Questo è un esercizio che può essere proposto prima da seduto poi eventualmente in piedi. Invitarlo a mettersi le scarpe, aiutandosi con le mani,toccarsi le ginocchia e scivolare verso le caviglie.

Esecuzione di scale
Nel salire e scendere le scale,possibilmente utilizzare sempre il corrimano. Durante la salita,stare dietro al soggetto,nella discesa,invece,porvisi di fronte. Quando vi è un problema più evidente ad una gamba,questa deve essere la prima a scendere dal gradino; viceversa per salire, utilizzare l ’arto più valido.

Come aiutare il paziente a svestirsi
Cercare di incoraggiare l ’anziano a compiere queste operazioni il più possibile autonomamente,anche se ciò dovesse richiedere molto tempo,rispettare i suoi tempi e le sue abitudini0 .Utilizzare capi d ’abbigliamento facili da indossare: pantaloni e gonne con elastico in vita o con apertura con velcro; maglie e camicie con apertura davanti;scarpe con chiusura a strappo (velcro).Nel caso in cui il soggetto sia paralizzato in tutto un lato del corpo,quello sarà il lato da cui inizia la vestizione e l ’ultimo ad essere svestito.

Igiene personale
È fondamentale poter raggiungere il bagno,sia che il soggetto cammini con girello,con bastone o che si sposti in carrozzina. Può essere necessario spostare i mobili (lavatrice,mobiletti), in modo che il passaggio sia consentito agilmente e che la carrozzina,per esempio,possa essere posta di fronte al lavandino. Ove è possibile,utilizzare la doccia e non la vasca da bagno (posizionare tappetini antiscivolo).È opportuna la presenza di maniglioni su cui appoggiarsi per facilitare tutte le operazioni citate .Tutte le manovre devono richiedere il massimo di collaborazione da parte del soggetto,in modo che non rimanga passivo. Tutti gli ausili tecnici menzionati (letto, carrozzina, girello, calzature, ausili...) devono essere adattati su indicazione dello specialista (fisiatra, fisioterapista, terapista occupazionale).

Alimentazione
Anche per questa funzione,sollecitare la massima autonomia del soggetto.In caso di difficoltà motoria dell ’arto superiore, è possibile utilizzare vari ausili: tappetini antiscivolo su cui appoggiare il piatto in modo che resti fermo;posate con impugnature più grosse o sagomate quando vi è difficoltà di pressione (mani con artrosi,ecc.); bicchieri sagomati o con manico. Esistono vari ausili personalizzabili in base alle necessità del paziente. Intervenire nel completamento dell’alimentazione solo in caso questa si protragga per lungo tempo e, in ogni caso, deve verificarsi in modo corretto e soddisfacente.

Come assistere una persona affetta da demenza

La malattia d ’Alzheimer è la più frequente forma di demenza dei paesi industrializzati.
Questa malattia provoca un lento ma progressivo peggioramento delle capacità cognitive e funzionali dell ’anziano come perdita della memoria, della capacità di ragionare,problemi del linguaggio,del senso di orientamento,della capacità di eseguire azioni consuete della quotidianità come gestire la casa,organizzare la spesa,l ’abbigliamento ecc. La memoria nella persona ammalata di Alzheimer è profondamente compromessa,non ricorda le cose e anche i gesti più semplici diventano faticosi. Le stesse domande possono essere ripetute continuamente e anche i volti dei propri cari e delle persone conosciute possono diventare irriconoscibili.
Il malato subisce evidenti alterazioni del proprio comportamento. Ai familiari o alle persone vicine può apparire periodicamente strano,con comportamenti non adeguati alla situazione o alle circostanze (perché confonde persone,luoghi, ha comportamenti imbarazzanti)ed inoltre può manifestare nervosismo,irrequietezza o aggressività senza apparente motivo.
È difficile saper riconoscere in un proprio familiare i primi segnali della malattia ed accettare che sia proprio quella malattia,anche perché è diffusa l ’opinione che con l’invecchiamento si accompagni inesorabilmente la perdita di numerose funzioni sia fisiche che mentali. In realtà il deterioramento delle capacità mentali,che parte della cultura continua a considerare naturale, è in realtà,più spesso di quanto non si creda, causato da diverse malattie degenerative,tra le quali anche la malattia di Alzheimer. Quello che attende i familiari è un percorso lungo e difficile in quanto le alterazioni della personalita’(indifferenza, disinteresse, irascibilità, diffidenza, isolamento sociale, depressione) e i disturbi cognitivi sono i sintomi più difficilmente accettati dai famigliari:è doloroso accettare di non essere riconosciuti dalle persone a cui si vuole bene.
Il malato di Alzheimer nel tempo ha bisogno di un ’assistenza continua per aiutarlo a lavarsi,vestirsi,mangiare,uscire, muoversi all’interno della propria casa. Conoscere ed essere informati sulla malattia ed il suo evolvere è molto importante per capire il comportamento della persona malata, permette d ’individuare il vero problema e capire come intervenire in aiuto all’anziano.
La comunicazione affettiva e l ’empatia (l ’amore,la dolcezza,il voler bene,il sorriso,la gentilezza) sono essenziali per mantenere un rapporto con l ’ammalato.
Purtroppo,per la cura della malattia d ’Alzheimer non ci sono farmaci che possono portare a completa guarigione,ma esistono farmaci che possono rallentarne la progressione e ridurre alcuni sintomi come, ad esempio, l ’aggressività , l ’ansia, deliri ed allucinazioni, depressione, disturbi del sonno.

Come si aiuta un anziano che sta perdendo la memoria?
L ’anziano tende a ricordare le cose successe tanti anni fa, mentre si dimentica le cose che sono successe da pochi giorni o da poche ore ad esempio si può dimenticare se ha mangiato, può irritarsi se non si ricorda il nome di chi lo assiste,può essere preoccupato perché non ricorda più dove sono le chiavi di casa,non ricorda il giorno,mese o anno.In questi casi chi assiste l’anziano deve:
•Rispettare sempre l ’anziano
•Essere tranquillo e rassicurante,non perdere la pazienza
•Se non si riesce più a gestire il malato da soli, suggerire alla famiglia di rivolgersi ad un consultorio demenze
•L ’assistenza deve essere pratica,ovvero chi assiste deve intervenire per aiutare l ’anziano nelle attività quotidiane senza sostituirsi completamente e lui se ancora in grado di fare qualcosa da solo.

Come parlare e comunicare con un anziano malato?
I malati d ’Alzheimer perdono progressivamente la capacità di capire la lingua parlata e scritta. Le persone malate fanno fatica a trovare le parole giuste, si sbagliano fanno confusione con le parole queste difficoltà rendono difficile comunicare.

Chi assiste deve cercare di capire quali sono i bisogni e i desideri del malato e per aiutarlo nella conversazione deve:
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Mantenersi tranquillo,sereno e sorridente
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Sedersi di fronte cercare di capire cosa vuol dire
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Non criticare o deridere se fa degli errori
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Guardare negli occhi la persona
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Controllare che non abbia qualche problema fisico, esempio bisogno di andare in bagno per fare la pipi
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Non urlare o usare un tono di voce troppo alto, perché potrebbe spaventarsi
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Cercare di capire anche dai gesti che cosa l ’anziano fa
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Cercare di capire l ’anziano dall’espressione del viso:
È triste ? Arrabbiato? Preoccupato? Ha dolore ?
L ’anziano che ha questa malattia può sembrare, per gli atteggiamenti che assume,un bambino piccolo bisognoso di attenzioni e coccole rassicuranti; qualcuno potrebbe gradire il contatto fisico, per cui prendergli la mano o fargli una carezza potrebbe facilitare l ’assistenza. Alcuni malati, però, possono anche non gradire tale contatto, perciò occorre un ’attenta conoscenza preliminare, che spesso è fornita dal familiare a lui più vicino.

Come affrontare l’igiene personale?
Chi è malato ha sempre più bisogno di assistenza per le operazioni di pulizia del proprio corpo, può avere difficoltà a tenere in mano il sapone, non ricordare a cosa serve, non riuscire a capire o ad aprire il rubinetto dell’acqua, la persona malata può perdere l ’interesse alla propria cura e pulizia del corpo. La persona anziana che deve fare il bagno può avere paura dell ’acqua o di cadere nella vasca, chi assiste deve:
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Essere tranquillo e sorridente
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Rendere sicura la stanza dove l ’anziano si lava
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L’acqua non troppo calda
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Rendere piacevole il lavarsi,non costringere l ’anziano, perché altrimenti si arrabbia,non sgridare
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Usare un sapone delicato e profumato
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Usare un asciugamano morbido e asciugare piano con dolcezza senza strofinare,la pelle dell’ anziano è molto delicata e sensibile
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Controllare sempre la pulizia delle unghie sia delle mani che dei piedi,ricordarsi di tagliare le unghie..

Per le persone malate non sempre è facile vestirsi a causa della perdita della memoria, possono non ricordare come si mettono i vestiti, o come si allacciano i bottoni. Chi assiste deve sempre controllare che l ’anziano abbia un aspetto curato e ordinato,questo può farlo sentire meglio..

Come affrontare l’alimentazione?
Il momento dei pasti può diventare difficile, perché il malato non si ricorda di mangiare e di bere,oppure se ha già mangiato non si ricorda perché ha perso la memoria, e chiede sempre di poter mangiare, non sempre è in grado di tenere in mano la forchetta o il cucchiaio. Se il malato è grave può avere dei problemi a masticare , tiene il cibo in bocca senza deglutire (mandare giù).

Chi assiste può seguire queste indicazioni:
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Preparare cibo gradito all’anziano
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Far sedere l ’anziano correttamente,deve essere comodo sentirsi a proprio agio
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Lasciare che mangi anche con le mani
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Mettere un tovagliolo
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Non sgridare l ’anziano se si sporca o se cade cibo a terra
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Ricordarsi di dare da bere almeno 8 bicchieri di acqua/dì, the (poco),e camomilla,perché l’anziano si dimentica
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Tagliare il cibo se non ci riesce da solo

Consigli e suggerimenti per chi assiste


•Alcuni anziani malati di demenza possono non riconoscere il posto dove si trovano,come la propria casa,come la strada dove abitano,possono camminare molto e fare chilometri perdendosi e non riuscire a ricordare l ’indirizzo, per questo chi assiste deve fare attenzione che l ’anziano non scappi dalla propria casa perchè potrebbe non ricordare più dove si trova la casa,o non ritrovare la strada .

•Alcuni anziani malati di demenza non riescono a dormire la notte,rimangono svegli,sono agitati,si alzano dal letto. Per aiutarli si può dare da bere latte,lasciarli muovere e controllare che non ci siano pericoli per cadere,fare pipì, non farli dormire di giorno. I malati possono non distinguere il giorno dalla notte. Non obbligare l ’anziano rimanere nel letto a dormire, può arrabbiarsi e agitarsi e tranquillizzarlo può essere difficile. Se non dorme mai o poco si può chiamare il dottore.
• Con il progredire della malattia il demente può soffrire d ’incontinenza urinaria (l ’anziano non sente o non capisce più che deve fare la pipi ,o non riesce a dire la parola pipi, oppure non trova il water).Se si bagna va aiutato a cambiarsi,non va sgridato perchè si trova in una situazione di difficoltà e può vergognarsi e provare imbarazzo.

• È importante controllare che l ’anziano vada in bagno regolarmente,perché può succedere che soffra di stitichezza ,questo problema può provocare male alla pancia,perdita di appetito e se il problema non si risolve bisogna chiamare il dottore.


L’OPERATORE ADDETTO ALL’ASSISTENZA DI BASE E LA PREVENZIONE DELLE LESIONI DA COMPRESSIONE

Definizione
E’ definita lesione da compressione una lesione tessutale, con evoluzione necrotica,che interessa la cute, gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi piu’ gravi, la muscolatura e le ossa. Essa e’ la conseguenza diretta di una elevata e/o prolungata compressione, o di forze di taglio (o di stiramento),causanti uno stress meccanico ai tessuti e la strozzatura dei vasi sanguigni.
  
Eziopatogenesi
I principali fattori/cause responsabili dell’insorgenza delle lesioni da decubito si possono distinguere in INTRINSECI (o “del paziente”) ed ESTRINSECI (o “esterni” al paziente).

FATTORI INTRINSECI
 Alterato controllo vasomotorio
Riduzione della sensibilita’ cutanea
Atrofia delle masse muscolari
Flaccidita’ muscolare
Scadenti condizioni generali
Stato di iponutrizione
Infezioni batteriche
Disturbi psichici


FATTORI ESTRINSECI
Compressione cutanea prolungata
Sfregamento cutaneo
Condizioni igieniche del paziente
Piano d’appoggio non adeguato
  
Sedi delle lesioni
Le lesioni da decubito compaiono piu’ frequentemente sulla parte bassa del corpo, in particolare sul sacro (36-43%), sul grande trocantere (12-17%), sul tallone (11-12%),sulle tuberosita’ ischiatiche (5-15%) e sui malleoli laterali (6-7%).
Potenzialmente in tutti i punti di contatto con il piano d’appoggio si possono sviluppare lesioni da decubito.
  
Complicanze
Le complicanze  piu’ frequenti di una lesione da decubito sono la sepsi e l’osteomielite.

Prevenzione
- Identificazione dei pazienti a rischio mediante l’utilizzo di appositi indici (scale) di valutazione.
                                                                            
 - Mantenimento e miglioramento del grado di tolleranza del tessuto alla compressione con adeguata igiene, protezione e idratazione delle zone interessate.

- Protezione dagli effetti negativi provocati da forze meccaniche esterne avendo cura di favorire la mobilizzazione del paziente per quanto possibile. Eventuale ricorso ad ausili e presidi in grado di ridurre la compressione sulle zone a rischio.

- Compensazione di eventuale condizione di malnutrizione e/o di patologie di base.
  
Trattamento
Il trattamento delle lesioni da pressione deve procedere per gradi, partendo da una consapevole e precisa fase di VALUTAZIONE, per divenire poi strettamente “pratico” nelle fasi di DETERSIONE,” DEBRIDEMENT”e MEDICAZIONE.
Fondamentale e’ la rivalutazione periodica, programmata e documentata delle condizioni delle lesioni, per consentire di constatare i benefici terapeutico/assistenziale a distanza e consentire eventuali modifiche al piano di cura.

 VALUTAZIONE DELLA LESIONE:

A- Stadiazione
I stadio-eritema fisso della cute intatta
II stadio-interessamento dell’epidermide e/o del derma
III stadio-interessamento di tutto lo spessore cutaneo con esclusione della fascia muscolare
IV stadio-interessamento di tutto lo spessore cutaneo con danno ai muscoli, ossa, capsule articolari e tendini

B - Sede
C - Caratteristiche cliniche (dimensioni,fondo della lesione, essudato,condizioni della cute perilesionale)


- DETERSIONE DELLA LESIONE:
A - Utilizzare soluzione salina o Ringer lattato
B - Utilizzare una pressione sufficiente per pulire la lesione senza causare traumi al letto della stessa
C - Se si utilizzano garze, imprimere una minima forza meccanica
D - Limitare al minimo indispensabile l’utilizzo di antisettici per la detersione delle lesioni

- DEBRIDEMENT : e’ la rimozione di tessuto devitalizzato da una ferita. Necessario in quanto:
A - Si rimuove un terreno favorente l’infezione
B - Si facilita la riparazione tessutale
C - Si migliora la possibilita’ di valutare le reali dimensioni della lesione

I metodi di debridement  comprendono :
A - la tecnica chirurgica ( eseguita da persona competente)
B - l’uso di enzimi proteolitici
C - la tecnica autolitica (idrogeli)

 MEDICAZIONE
Concetto di provata validita’ scientifica e’ quello secondo il quale il mantenimento dell’ambiente umido ,fra lesione e interfaccia interna della medicazione, garantisce maggiori prospettive di guarigione.
I prodotti piu’comuni attualmente a nostra disposizione rispondenti a questo criterio sono:
A - Idrogeli
B - Poliuretano(spugna,placca,pellicola)
C - Idrocolloidi(placca,pellicola,pasta)
D - Alginati
Per promuovere “debridement” enzimatico si usano gli enzimi proteolitici(pomate,gel)
L’uso degli antisettici come MEDICAZIONE (iodopovidone) dovrebbe essere limitato nel tempo e preferibilmente nel periodo immediatamente successivo a “debridement” chirurgico.
Le MEDICAZIONI dovrebbero essere mantenute in sede il piu’ a lungo possibile, in base alle condizioni cliniche del paziente ed in accordo con le raccomandazioni del produttore:la rimozione frequente puo’ danneggiare il fondo della ferita. La MEDICAZIONE va rimossa/sostituita quando necessario, quando viene a mancare l’effetto barriera contro le contaminazioni esterne (medicazione satura, frammentata, asciutta).



TRATTAMENTO DELLE LESIONI AI DIVERSI STADI

TRATTAMENTO DELLE LESIONI AL I° STADIO
A - Mobilizzazione
B - Igiene
C - Detersione della lesione
D - Utilizzo di prodotti barriera(crema base,films in poliuretano)



TRATTAMENTO DELLE LESIONI AL II° STADIO
A - Mobilizzazione
B - Igiene
C - Detersione della lesione
D - Film trasparente in poliuretano o idrocolloide


TRATTAMENTO DELLE LESIONI AL III° STADIO
A - Mobilizzazione
B - Igiene
C - Debridement
D - Utilizzo di alginati o poliuretano in spugna se la lesione e’ cavitaria
E - Risolta la fase essudativa utilizzare idrocolloide in placca e/o pasta

TRATTAMENTO DELLE LESIONI AL IV° STADIO
- Identico al trattamento delle lesioni al III° stadio

Altri rischi ai quali l’operatore deve prestare particolare attenzione sia  ambito domiciliare che socio-sanitario:
Rischio di cadute
Rischio di assunzione errata di terapia
Rischio di infezioni