Sisbaglia quando si considerano persone "speciali", sono semplicemente persone
https://fai.informazione.it/F5EABF20-4FB2-4E10-9D31-5137F06FF95F/Il-linguaggio-da-usare-quando-parliamo-di-disabilita-l-importanza-delle-parole-giustePer decenni è stato perpetrato
un uso scorretto di numerosi termini che si
riferiscono alle persone con disabilità, quali “diversamente abile”, “inabile”,
“handicappato”, “portatore di handicap”, “ritardato”, “invalido” La maggior parte di
questi termini è adesso considerata quantomeno scorretta, la battaglia per la riconsiderazione di questi
termini non è ancor a finita.
Un errore che commettono ancora oggi in molti è evidenziare
la disabilità invece che parlare della persona. Pertanto è sbagliato etichettare le persone dicendo “un
disabile/un sordo/un cieco”. Le persone devono essere chiamate col proprio
nome. Se proprio c’è bisogno di indicare la disabilità si può dire: “una
persona con disabilità”, “persona con disabilità intellettiva”, “persona con
sindrome di Down” o “una persona cieca/sorda”.
La disabilità è una
caratteristica della persona. Definire
i disabili “speciali” non è corretto, sono persone in cui si annida
personalità, tra loro ci sono persone
buone e persone cattive, simpatiche o antipatiche. È solo una forma di pietismo
e di compassione, che finisce inevitabilmente per discriminare chi vuole
soltanto essere trattato in modo spontaneo e naturale. Non dobbiamo mai
modificare il nostro linguaggio per cercare di compiacere una persona disabile. Dire
“ci vediamo dopo” a un cieco va benissimo, dire “me lo dici dopo” a una persona
che usa la lingua dei segni anche, perché si tratta di espressioni che fanno
parte della nostra lingua. Proporre di “andare a fare una passeggiata” a una
persona in carrozzina è perfettamente accettabile. Bisogna, d’altra parte,
chiamare le cose col proprio nome e non cercare di essere
a tutti i costi politicamente corretti. Non ha nessun senso tentare di addolcire parole come “cieco,
sordo” con “non vedente, non udente” oppure disabile con “diversamente abile” o
“diversabile”.
Si può parlare di disabilità in modo spontaneo e corretto, in una maniera che è allo
stesso tempo giusta e rispettosa di tutti. La disabilità non è una
malattia, pertanto devono essere bandite tutte le parole che rimandano a
un’idea di dolore, limitazione o
impedimento, incapacità e sofferenza. Per lo stesso motivo bisogna evitare un
linguaggio compassionevole.
Non
si deve dire “costretto sulla carrozzina” ma “persona che si sposta in
carrozzina”. Se ci pensiamo, la stessa espressione
“confinato su una carrozzina” che sentiamo spesso, non è corretta, infatti la
carrozzina dà la possibilità alla persona con disabilità di muoversi. Pertanto,
la persona non è confinata sulla carrozzina,
ma anzi, grazie a essa è in grado di spostarsi. Non basta, non è sufficiente
perché ci sono azioni della vita quotidiana che necessitano di aiuto, come
lavarsi, vestirsi spostarsi per momenti ludici o lunghi tragitti, come andare
al teatro, cinema, stadio oppure visite specialistiche ecc.
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giuridicamente autorizzata, interviene nell'ambito territoriale fiorentino e
provincia ed è rivolto a persone anziane, minori e disabili, per
raggiungere agevolmente luoghi di cura, di lavoro, centri diurni, strutture
sanitarie, scolastiche, eventi ludici/ricreativi e ritorno. Aiuta le famiglie a
risolvere con serenità tutte le problematiche legate alla mobilità dei soggetti
più deboli, può essere programmato sia in forma collettiva che
individuale, in base alle
esigenze degli utenti e in relazione alle diverse destinazioni. E' un
servizio autorizzato e accreditato dal Comune di Firenze, come da L.R. 82/09, e
si prefigge di essere sempre pronto per dare aiuto alle persone svantaggiate e
alle loro famiglie. Il titolare Giacinto Tufaro,
pensionato di 72 anni, con competenza acquisita in ambito regionale e
riconosciuta a livello europeo, svolge direttamente come operatore individuale
l’attività da professionista per il trasporto e l’assistenza a persone con
limitata autonomia personale. In questi anni di attività si è reso conto
che da solo non riesce a soddisfare le tante richieste e ha deciso di invertire
la domanda: far fare alle famiglie quello che non riesce a fare lui. La novità sta nel fatto di poter
soddisfare ancor di più le carenze riscontrate nei servizi alla persona svantaggiata, mettendo a disposizione della famiglia, un
mezzo a guida con patente B, dotato di caratteristiche per trasporto portatori
di handicap in carrozzina, garantendo la circolazione in ZTL, corsie preferenziali
e zone pedonali di cui gode il mezzo attrezzato, offrendo così una risposta
alternativa alla sempre più carente disponibilità di volontari negli enti
preposti o all’acquisto di un'auto attrezzata per disabili.
Nello specifico si tratta di ausilio
gratuito temporaneo per disabili (auto attrezzata), coperto di
assicurazione e revisione valida, per soddisfare lo spostamento della persona
in carrozzina sul luogo programmato,
generalmente enti di cure sanitarie, RSA, centri diurni, visite
specialistiche, momento ludico, ecc. Per definire in modo personalizzato il corrispettivo non previsto dal
comodato e le caratteristiche verbali dell'accordo programmatico, ci si avvale
del rimborso spese che verrà quantificato in base ai km percorsi per A/R,
facendo riferimento ai consumi per carburante, assicurazione, bollo e
manutenzione, con evidente responsabilità dell'autista familiare per danni causati
con dolo ed eventuali sanzioni al codice della strada. Inoltre, ADA - Trasporto
e Assistenza familiare risponde alle esigenze del comodato e del trasporto della
persona disabile, con la collaborazione di una figura professionale dedicata che seguirà, illustrando, le funzioni prima del ritiro dell'auto attrezzata.
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Accreditato Comune Firenze Come da LR 82/09
cell. - 3289216100 -