Si è celebrato nei giorni scorsi, come avviene da anni, la giornata internazionale del volontario per lo sviluppo economico e sociale. Il 5 dicembre di ogni anno, secondo quanto richiesto delle Nazioni Unite, si osserva questa ricorrenza. 

Infatti i governi degli stati membri sono stati invitati a prendere misure per elevare la consapevolezza dell'importante contributo del servizio di volontariato, in modo da stimolare più persone a offrire i propri servizi come volontari. 

A sostegno di tale impegno l'assemblea Generale ha adottato una serie di raccomandazioni sulle modalità attraverso cui i governi nazionali potrebbero sostenere lo sviluppo del volontariato e ha domandato che fosse data ampia diffusione a queste raccomandazioni.

In questa Giornata si celebra anche l'impegno di molti altri volontari che operano con società civile e con le proprie comunità, per migliorare le vite delle persone che li circondano. Il volontariato costituisce un potente strumento di mobilitazione di tutti i segmenti della società per la costruzione di un mondo migliore. Impegniamoci tutti affinché venga rafforzato il quadro istituzionale che lo sostiene.                                                                                                                                                In passato sono stato coinvolto per un certo periodo come volontario in una comunità, oggi svolgo lo stesso impegno come operatore individuale, aiuto le famiglie a risolvere con serenità tutte le problematiche legate alla mobilità dei soggetti più deboli come titolare di ADA-trasporto e assistenza familiare; seppur non da volontario, in questa ricorrenza mi sono sentito coinvolto.  La disabilità è una relazione sociale, di fronte a persone con oggettive menomazioni prendiamo sempre posizione, classifichiamo, anche se non ne siamo consapevoli. Oggi abbiamo strumenti decisivi come il modello sociale della disabilità, sui diritti delle persone con disabilità, oltre ai classici servizi e dispositivi dello stato sociale. Eppure, tutto ciò non è sufficiente a produrre generalizzate forme di autentico riconoscimento e partecipazione. I pregiudizi, le paure, i pietismi sono ancora molto diffusi e radicati. Ancor prima di norme, leggi, investimenti e questioni tecniche, l’azione educativa in questo campo deve affrontare aspetti relazionali, culturali e sociali di fondamentale importanza. E' altresì importante e necessario riflettere e interrogarsi per costruire azioni educative realmente centrate sulle persone, la loro biografia, il loro futuro, i loro rapporti.